La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

sabato 31 gennaio 2009

ANNO GIUDIZIARIO1 : LA CATTURA DI PEPPE SETOLA DIVENTA " FATTO STORICO" PER I GIUDICI


GIUSTIZIA CIVILE, LA FAMIGLIA PERDE LO STATUS, LO CONFERMANO LE SENTENZE DI DIVORZI E SEPARAZIONI PRESSO IL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE








Napoli. Inaugurazione anno giudiziario 2009 adesso il nome del boss Peppe Setola compare come fatto storico anche nella relazione del presidente reggente della corte di Apello di Napoli Luigi Martone. Pubblico delle grandi occasioni ieri mattina all’assemblea generale che si è svolta nella splendida cornice nel palazzo più antico e particolare di Napoli . La presenza del ministro della giustizia Angelino Alfano, scegliendo Napoli insieme agli operatori del diritto e non, ma anche personaggi politici, ha dato quel tocco di originalità . L’unico che mancava era il governatore della regione Campania Antonio Bassolino che ha disertato l’incontro.

Giustizia penale
Presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere giacciono 58276 processi penali di cui 55 mila circa noti e 3mila a carico di ignoti. Nel 2007/2008 addirittura c’è stato un incremento di 20 preocessi anche se 24 mila processi sono stati definiti. Questo è quanto emerge dalla relazione annuale anche se ha fatto scalpore il nome del boss di casal di principe Giuseppe Setola presente anche nella relazione annuale del presidente della corte di appello di Napoli . Il riferimento è senz’altro particolare poiché si inserisce nella illustrazione dello scenario delle associazioni criminali della Campania , quando si fa riferimento a capi come Misso, Sarno, Mazzarella, che fanno parte del gruppo dell’alleanza di Secongliano .Non caso quando ieri mattina si è parlato di giustizia penale, il riferimento è stato anche ai comuni del Casertano che sono stati sciolti per infiltrazioni camorristiche come Lusciano, Casaluce , San Cipriano D’Aversa Orta di Atella e anche Marcianise che proprio qualche giorno fa il Tar di Napoli ha dato ragione al sindaco Fecondo , ma su tutta la vicenda dovrà pronunziarsi il consiglio di stato. “ La penetrante ed incisiva azione di contrasto delle forze dell’ordine, - ha spiegato il presidente Martone - che ha portato negli anni 2007 e 2008 , alla cattura di numerosi esponenti della criminalità organizzata fra i quali i noti capi clan ed elementi apicali, da ultimo il latitante Giuseppe Setola ritenuto il killer del clan dei casalesi catturato il 14 gennaio 2009 è il risultato di una complessa e brillante operazione”.
Inoltre sono stati resi noti i dati relativi alla flessione degli omicidio che da 89 sono passati a 62. Ridotte anche le rapine denunciate del 21 percento da 16529 a12921, le estorsioni hanno avuto un decremento dell’11 per cento i furti del 10 per cento , ma emerge un incremento delle denuncie per associazione a delinquere del 27 per cento in più rispetto all’anno precedente . Nel complesso i delitti denunciati sono stati di 193268 con una riduzione del 5.6 per cento ; ma non si può sottovalutare la lieve flessione per le denuncie per associazione mafiosa e di tipo mafioso che sono state il 2 per cento in meno rispetto all’anno scorso.

Giustizia Civile al collasso

Entrando nel vivo e più precisamente nella relazione del presidente reggente si scopre che nella provincia di Caserta “con riferimento al diritto di famiglia va rimarcato l’aumento delle controversie di separazione e divorzio sia nell’ambito del tribunale di Napoli che negli altri tribunali in particolare quello di Santa Maria Capusa Vetere “ In sostanza nella provincia di Caserta c’è una tendenza a separarsi e quindi ad allontanarsi da quello che è lo status della famiglia. L’aumento dei procedimento riguardanti tali separazioni e divorzi, nell’ambito del tribunale di Santa Maria Capua Vetere , ha spiegato il presidente Luigi Martone la definizione di detti procedimenti copre una durata inferiore all’anno , mentre l’intervallo fra la presentazione del ricorsi e l’emissione dei provvedimenti temporanei ed urgenti è ridotto tre – quattro mesi . Dati questi tanto è più apprezzabili se valutati in relazione alla carenze di organico dell’ufficio . Non sono da meno il numero dei fallimenti che vengono eseguiti nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’entrata in vigore delle novelle normative, il numero dei fallimenti dichiarati e diminuito notevolmente proprio in ragione delle soglie di fattibilità introdotte ed in conseguenza dell’istruttoria diretta al relativo accertamento . Ma il ricambio dei procedimenti civili presso la corte di appello è avvenuto totalmente poichè sono del 92 per cento nel biennio 2007/2008 i movimenti dei procedimenti civili . Nel circondario del tribunale di santa Maria Capua Vetere sono ben 101 mila i procedimenti che trattano i magistrati della città del foro. Infatti per il solo biennio 2007/2008 i nuovi procedimento civili aperti sono in totale 55mila nonostante siano stati chiusi più di 33 mila processi . I procedimenti delle soli ex preture di Aversa , Caserta, Carinola, Marcianise e Piedimonte Matese oscillano fra i mille della città matesina e gli 11 mila di Aversa . Caserta ne tratta ben 7989, Carinola 5048, Marcianise 9257.

ANNO GIUDIZIARIO2 . ANGELINO ALFANO E LA MASSIMA DI SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGGIO " SILENTIO NUTRITUR IUSTITIA' "


Napoli . Applausi dalla platea per il guardasigilli Angelino Alfano, al termine dell'intervento tenuto dal ministro a Castelcapuano per l'apertura dell'anno giudiziario a Napoli. Alfano era stato anche interrotto un paio di volte da applausi durante l'intervento. Tra i presenti alla cerimonia, oltre ai vertici di magistratura e avvocatura, anche il sindaco di Napoli Rosa Iervolino e il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano. Nel suo discorso il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha parlato più volte di camorra. Ringrazia i magistrati napoletani, «i vostri successi sono un orgoglio per la nazione» e a loro dice: «Dovete sapere che il Governo è al vostro fianco e non lo è a parole ma con le leggi». «Ho potuto constatare come nella lotta alla camorra i magistrati di Napoli seguono l'insegnamento di San Bonaventura da Bagnoregio - dice Alfano - che amava dire 'silentio nutritur iustitià ». Alfano cita anche gli avvocati «che con serietà e zelo difendono i cittadini imputati in giudizio ma non ne prendono le parti moralmente ». «A volte anche i camorristi meritano la difesa - spiega - ma un conto è la difesa tecnica, un altro è prendere le parti moralmente. Gli avvocati di Napoli non lo stanno facendo e di questo li ringrazio». Ha ribadito che «non si sta limitando l'uso delle intercettazioni per alcun reato» e a chi gli chiede se sistia prendendo in esame il sistema tedesco sui costi, risponde: «Stiamo studiando anche questa ipotesi». «Il nostro disegno di legge tutela lo strumento delle intercettazioni e unitamente tutela la privacy dei cittadini - ha spiegato a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario - le intercettazioni finora sono state molto costose, ormai lo riconoscono un pò tutti, e spesso non sono state - così come avrebbe previsto il codice vigente, quindi non la legge che stiamo modificando - assolutamente indispensabili per la prosecuzione delle indagini». «L'abuso di quella norma, il sistematico aggiramento della norma del codice attualmente vigente - ha aggiunto - ha prodotto la necessità di intervenire perchè sono state troppo spesso invasive». «Non le stiamo limitando per alcun reato, abbiamo mantenuto il tetto previsto dalla legge precedente - ha concluso - le abbiamo solamente contenute in limiti temporali che siano più accettabili in modo da coniugare l'esigenza delle indagini e il rispetto dei cittadini«Ringrazio i magistrati che lavorano contro i clan. I loro successi sono un orgoglio per l'intera nazione. Ringrazio gli avvocati che con serietà e zelo difendono i cittadini imputati in giudizio ma non ne prendono le parti moralmente e lo fanno con una difesa tecnica». Lo ha detto a Napoli, dove si trova per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario, il ministro della giustizia, Angelino Alfano. «Il governo è al loro fianco e non lo è a parole - ha aggiunto- ma con le leggi perchè abbiamo voluto avviare una fase che abbiamo chiamato l'antimafia e l'anticamorra delle leggi e non delle parole abbiamo concepito questa fase con tutta la passione politica e civile di uomini del sud che sanno quanto camorra e mafia derubino non solo ricchezze ma anche speranza di futuro .Il governo non frenerà la lotta al crimine per problemi di capienza degli istituti di pena». Lo ha assicurato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, oggi a Napoli per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Gli effetti dell'indulto -ha spiegato- sono quasi recuperati». Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, anche a Napoli torna a parlare della necessità di «un grande lavoro di squadra» per la riforma della giustizia. Una squadra, dice «che esiste, si chiama Stato, ed è una squadra che vince se ciascuno dei giocatori non si illude di giocare per sè». «Il ministro e l'intero Governo, fuori da ogni polemica strumentale, in soli otto mesi hanno dimostrato di voler affrontare il tema delle necessarie riforme della giustizia senza alcun intento punitivo - ha detto - ma con il principale obiettivo di rendere questo servizio finalmente degno di un paese civile». Un compito, aggiunge, «arduo» per il quale serve «un grande lavoro di squadra». «La squadra esiste, è composta da magistrati, avvocati, forze ordine, parlamento, dal Governo - ha sottolineato - ha un nome e si chiama Stato. Miglioriamo, la giustizia e facciamolo insieme, con impegno e convinzione».

ANNO GIUDIZIARIO 3 .ECCO I DATI DEI TRIBUNALI PENALI DELLA CAMPANIA


ANNO GIUDIZIARIO4. Ecco i dati dei tribunale civile della Campnia


ANNO GIUDIZIARIO TUTTO QUELLO CHE VOLETE SAPERE A FRA POCO

I Gionalisti casertani si sono persi il meglio ieri mattina all'inaugurazine dell'anno giudiziario 2009 non c'era nessuno dei colleghi casertani che brutta figura

venerdì 30 gennaio 2009

Inchiesta Thanatos: Liberi , ma con obblighi di dimora i fratelli Raffaele e Gaetano Cerreto. Obblighi di firma anche per Andrea Vecchione

Antonio Cammarota , Domenico De Marco il gip concede gli arresti domiciliari . Scarcerata anche Matilde Vecchione ma a condizioni che si dovrà recare a Castellamare di Stabia. Rigetto per Domenico Gioavanni e Edoardo Scalera , am anche Pasquale Sagliano
Ecco il provvedimento del Gip sulle sei misure alternative al carcere
Caserta . Infermieri scarcerati, ma c’è anche quella di Andrea Vecchione che ha obblighi di firma. Ma è stata scarcerata anche Matilde Vecchione che dovrà trascorrere il resto della misura preventiva nel comune di Castellamare di Stabia, aspettando il responso del tribunale del riesame di Napoli dopo che il suo difensore Mauro Iodice ha presentato ricorso . Liberi coin obblighi invece Gaetano e Raffaele Cerreto di Marcianise . Rimangono dentro Antonio Chianese, Domenico, Giovanni e Edoardo Scalera, ma anche Pasquale Sagliano.Il provvedimento è stato redatto e firmato ieri pomeriggio intorno alle 17.30 dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Antonio Baldassarre che ha notificato alle persone detenute in carcere, dopo che il pm Maurizio Giordano aveva espresso il parere . Sono stato scarcerati Antonio Cammarota e Domenico De Marco ma dovranno scontare entrambi la pena preventiva agli arresti domiciliari. Invece per Andrea Vecchione la misura cautelare in carcere è stata sostituita con gli obblighi di dimora. Secondo il capo di imputazione gli impiegati della sala mortuaria dell’Ospedale Civile di Caserta procuravano solo ad alcune imprese di pompe funebri (organizzatesi su base territoriale all’interno della provincia di Caserta) i dati anagrafici delle persone appena decedute nei vari reparti dell’ospedale casertano, così consentendo a tali imprenditori di giungere tempestivamente in ospedale per il trasporto della salma e per l’organizzazione dei funerali, lasciando così intendere ai familiari delle persone decedute che tale servizio fosse convenzionato con la struttura sanitaria pubblica.In cambio, i titolari delle pompe funebri corrispondevano agli impiegati dell’ospedale di Caserta somme pari a 200 euro per ogni funerale organizzato, così da consentire a ciascun impiegato di incassare illecitamente circa 6.000 euro pro capite mensili, spesso incassate dagli impiegati “a domicilio”, ossia recandosi direttamente – con cadenza mensile - presso le sedi delle imprese funebri coinvolte nelle indagini.Il sistema corruttivo era talmente collaudato e radicato nel sistema della gestione della sala mortuaria dell’Ospedale di Caserta che ogni impresa funebre favorita dalla prestazione dei pubblici impiegati ricorreva alla sistematica dazione della somma illecita in favore dei pubblici impiegati, tanto che è stata ipotizzata – allo stato delle indagini – l’esistenza di un sistema corruttivo “ambientale”, ossia talmente radicato nella abitudini illecite dei protagonisti da non richiedere alcuna condotta di trattativa o di persuasione nel raggiungimento dell’accordo illecito.Lubedì invece toccherà a Costantini Ferrara che sarà assistito dall'avvocato Raffaele Gaetano Crisileo.

PDL e Governo . Il trasversalismo serve a Nicola Cosentino. E' salvo grazie ai deputati del pd che si sono astenuti

E’ stato un vero e proprio autogol la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alle finanze Nicola cosentino . Troppi sono stati i deputati del Pd hanno disertato ieri la votazione sulla mozione di sfiducia (presentata dallo stesso Pd) contro il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. Erano circa70. Lo denuncia in una nota il segretario di Sinistra democratica Claudio Fava. "Evidentemente - accusa l'eurodeputato - anche la lotta alle mafie è diventata miserabile merce di baratto tra il Pd e Berlusconi, in cambio della nuova legge elettorale per le europee". Ciò significa che il trasversalismo politico è di fatto un altro partito che si muove in questo terzo millennio dove gli imprenditori hanno surclassato i personaggi politici che oggi non hanno più niente dire anzi sono succubi degli imprenditori che per ragioni di lavoro stringono rapporti con quelli di sinistra e di destra . La questione morale oggi non esiste più nel pd anzi, sono stessi i deputati che oramai fanno il mia culpa . A nulla valgono le dichiarazioni del euro parlamentare Claudio Fava, la camorra oggi no interessa più a nessuno . Oggi c’è la lobbie e i magistrati napoletani lo sanno fin troppo bene. "Alla mozione di sfiducia presentata dal Pd votata ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati contro il sottosegretario Cosentino, accusato da 5 pentiti di collegamenti con la camorra, quasi cento deputati dello stesso Pd – aveva detto Fava - hanno scelto di non votare. Qualcuno alzandosi dai banchi un istante prima del voto. Una vergogna politica - conclude il leader di Sd - e un insulto al Paese". Dai tabulati delle votazioni di ieri pomeriggio - precisa la nota di Sinistra democratica - emerge che a favore della mozione presentata dal loro partito abbiano votato per la sfiducia in circa 105 deputati, 26 si sono astenuti, in 47 non hanno partecipato a quel voto, 22 deputati risultano assenti, mentre in 7 erano in missione, e 2 contrari. Secondo Sinistra democratica tra gli astenuti ci sono nomi noti come Gianni Cuperlo e Arturo Parisi, mentre tra coloro che non hanno partecipato al voto (ma non risultavano assenti) c'erano altri big: Pierluigi Castagnetti, Enrico Letta, Giuseppe Fioroni e il ministro ombra Pd alla Giustizia Lanfranco Tenaglia.

giovedì 29 gennaio 2009

Bullismo a San Tammaro . Interrogati i due giovani accusati di rapina

san tammaro. Confermati gli arresti per i due giovani di San Tammaro . Si sono svolti ieri mattina gli interrogatori davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dei due giovani fermati dagli agenti del commissariato di polizia nei giorni scorsi . Francesco Costanzo, nato a Santa Maria Capua Vetere il 05.05.1987 e di Davide Di Vasto, nato a Capua il 15.10.1988, entrambi residenti a San Tammaro entrambi difesi dall’avvocato Guglielmo Ventrone, hanno risposto alla domande del gip. Sarà in ogni caso il riesame a stabilire se i giovani sono quelli che hanno agradito il marocchino che fu malmenato davanti alla posta . Nel primo pomeriggio di martedì , personale dipendente del commissariato di pubblica sicurezza di Santa Maria Capua Vetere aveva dato esecuzione all’Ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa ieri l’altro , 26 gennaio ultimo scorso, dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta di quella Procura della Repubblica, a cui era stata inoltrata da parte del commissariato di polizia una dettagliata informativa di reato, a carico di, ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso con una terza persona da identificare, sulla quale sono in corso indagini più approfondite in proposito. La vicenda che ha portato all’arresto dei due giovani
Nella notte tra l’11 ed il 12 gennaio scorso, gli agenti del Commissariato erano intervenuti nei pressi dell’Ufficio postale di San Tammaro, dove un cittadino extracomunitario era stato soccorso da un dipendente di un Istituto di vigilanza in quanto sanguinante, per essere stato aggredito da tre giovani.
L’aggredito, identificato per K. B., marocchino di anni 41, domiciliato a San Tammaro, alla via 7 bis, accompagnato presso il pronto soccorso dell’Ospedale “Melorio” di Santa Maria Capua Vetere veniva giudicato guaribile in giorni 15 per “contusioni escoriate multiple al volto”. La mattina del 12 gennaio, in sede di denuncia, alla presenza di un interprete, lo straniero, venditore di fazzoletti agli incroci delle strade, aveva specificato che la notte precedente, mentre si trovava a bordo del suo scooter, uno dei tre giovani (uno di loro era da lui conosciuto, in quanto in più di una occasione gli aveva chiesto fazzoletti e deodoranti che poi non aveva mai pagato) gli aveva chiesto se avesse dei fazzoletti da vendere. Alla sua risposta negativa, i tre lo avevano aggredito, colpendolo con pugni e calci alla testa, all’occhio e scaraventandolo più volte per terra, fino a quando non gli aveva consegnato i quaranta euro che teneva in tasca. Nella circostanza, i malviventi si erano impossessati anche di una borsa della vittima che conteneva deodoranti per auto.Venivano sottoposte all’extracomunitario in visione delle foto, una delle quali raffigurante Di Vasto, che egli riconosceva come uno dei suoi aggressori. Si procedeva, quindi, ad una individuazione personale, nel corso della quale la vittima riconosceva, entrambi gli arresti di oggi.
Sulla base delle risultanze investigative, veniva inviata alla Procura della Repubblica una dettagliata informativa che costituiva l’asse portante della richiesta di misure cautelari avanzata da quell’Autorità giudiziaria all’ufficio Gip.

INCHIESTATHANATOS , ATTESA PER L'ORDINAZA DI SCARCERAZIONE

Santa Maria Capua Vetere.Ventiquattro per decidere . Questo è il tempo necessario per decidere su una eventuale scarcerazione dei 22 indagati per l’inchiesta thanatos . ieri mattina proveniente dall’istituto di pene di Pozzuoli Matilde Vecchione vice presidente della federazione nazionale delle imprese funebriha reso il suo ed ultimo interrogatorio davanti al pubblico ministero titolare dell’inchiesta Maurizio Giordano . il confronto è stato eseguito nella più totale tranquillità dove la donna ha chiarito ancor di più tutti i passaggi contestati nel provvedimento restrittivo della liberatà personale . Accusata di associazione a delinquere la sua ditta addirittura è stata chiamata dai carabinieri per eseguire il recupero di una salma . Entra venerdì infatti i giudici scioglieranno la riserva su tutte le 22 persone poste in stato di detenzione carceraria con una nuova ordinanza . Matilde Vecchione dovrà soltanto convincere il magistrato, come ha già convinto il gip non solo sulle telefonate con altri indagati, ma anche sull’aspetto normativo giuridico della sua attività . In sostanza i rapporti che vi erano fra gli indagati e in particolare con Pasquale Sagliano erano di natura imprenditoriale giuridica. Matilde Vecchione ,insieme ad altri sarebbe accusata di associazione finalizzata a ricevere le somme da destinare alla corruzione di Chianese, di Cammarota e di De Marco nonché di aggiudicarsi le esequie da realizzarsi sul territorio di Santa Maria Capua Vetere. Ma i fatti dovrebbero in ogni caso far rivedere ai giudici il reato di associazione perché l’insieme del reato associativo potrebbe anche variare.

OMICIDIO RUSSO : LA TERZA CORTE DI ASSIE DI APPELLO DI NAPOLI RIFORMA LA SENTENZA E CONDANNA IL CONTE A 6 ANNI E 8 MESI

Caserta Uccise per una lite , i giudici della terza sezione della corte di appello di Napoli , lo condannano a 6 anni e 8 mesi . Walter Conte, di 59 anni, il 4 febbraio 2007 aveva ucciso il netturbino nel corso di una lite,conseguenza di una precedente vivace discussione per il mancato rispetto di un segnale di stop. Antonio Russo, netturbino di 42 anni è stato ucciso nella sera a Caserta, con colpi di pistola da un imprenditore edile, Conte, di 59 anni, nel corso di una lite L’imprenditore casertano che era difeso dall’avvocato Antonello Fabbrocile e Elsa Cardone fu condannnato ion primo grado per omicidio volontario a nove anni di reclusione dal giudice delle indagini preliminari Antonio pepe in sede di rito alternativo (rito abbreviato) che fu chiesto dalla difesa. Successivamente i legali del Conte presentarono ricorso alla corte di appello di Napoli e la terza corte di assise appello ieri ha sentenziato con sentenza che riforma in parte la condanna emessa in primo grado . Walter Conte, che tuttora è rinchiuso nel carcere di S. Maria Capua Vetere. Titolare delle indagini fu il pm della procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, Alessandro D'Alessio, secondo un aprima versione deiu fatti , il conte aveva sostenuto di avere agito per difesa, essendo i Russo, l'ucciso e i due figli armati con due coltelli. La pistola calibro 7,65 con la quale l'imprenditore ha ucciso il netturbino ed un'altra pistola erano state regolarmente dichiarate, ma dovevano essere soltanto custodite in casa.Il fatto accade dopo le 19. la lite scattò perché le due auto avevano avuto dei problemi di precedenza a un semaforo cittadino; in una di esse ci sono Antonio Russo, 42 anni, la figlia incinta Matrona, 19 anni, e il figlio Giovanni, mentre nell’altra c’è Walter Conte, 59 anni. Russo, i suoi figli e Conte avevano avuto un acceso confronto verbale, conclusosi con la risalita nelle rispettive vetture. Conte si era verso casa, nel parco Cerasole, e lì fermò l’auto. I tre Russo però l’avevano seguito per proseguire il diverbio. Nel diverbio intervennero anche parenti di Conte, che avevano visto la scena dalle finestre, e spuntano due coltelli ma anche la pistola. Conte spara 6 o 7 colpi, Russo e la figlia vengono colpiti e trasportati all’ospedale di Caserta. L’uomo, colpito anche all’addome, morirà dopo un’ora, la figlia fu ricoverata in osservazione, non tanto per la ferita al braccio giudicata lieve, quanto piuttosto per le sue condizioni di gestante. La polizia di Caserta ascoltò alcuni testimoni e Conte tutta la notte e il pm D’Alessio emise un provvedimento di fermo nei confronti dell’uomo.

ASSOLTI DON CRISTOFARO COPPOLA E LA SIGNORA MARIA ROSARIA RAIMO

Castelvolturno. Assolti Cristofaro Coppola e Maria Rosaria Raimo moglie di Don Vincenzo. L’occupazione arbitraria secondo le normative del codice della navigazione nel Villaggio Coppola era ancora al centro dell’attenzione della magistratura ordinaria del tribunale di Santa Maria Capua Vetere . A distanza di 14 anni dalla contestazione del reato che vede sotto processo Don Cristofaro Coppola e la moglie di Don Vincenzo Coppola, Maria Rosaria Raimo, finita sotto inchiesta dopo la morte del marito, il pubblico ministero della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere Donato Ceglie titolare dell’inchiesta sulle torri e sulla darsena San Bartolomeo davanti al giudice monocratico Stefania Riccio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto la pena di un anno e due mesi di reclusione ad entrambi gli indagati difesi dagli avvocati Giuseppe Garofalo e Italo Madonna . Alla fine il giudice li ha assolti per prescrizione ( processo vecchio obsoleto) . In sostanza secondo le normative vigenti avrebbero occupato arbitrariamente mq 7420 di demanio marittimo con le opere quali appunto strade , villini fabbricati con accesso pedonale lungo la striscia costiera che era del demanio marittimo . Ma inoltre è contestata l’occupazione abusiva dei fabbricati a ridosso della darsena san Bartolomeo, fabbricati che erano della Snc Coppola Pinetamare . Nel 1993 infatti proprio lo stesso pubblico ministero a seguito di un sequestro nei confronti del defunto Don Vincenzo Coppola. Nominò come primo custode giudiziario l’ex assessore alle finanze nonché presidente degli ordini dei dottori commercialisti dell’epoca Dottor Alessandro Casale di Caserta , ma poi venne nominato il dottor Carli. Il processo si è concluso il 22 gennaio 2009 , giorno in cui sono state eseguite le arringhe difensive e il giudice ha emesso la sentenza di proscioglimento in favore degli indagati.

GAETANO RAUSO SULLA GOSAF

Ma credono che i cittadini sono degli sprovveduti? Di Gaetano Rauso

Sulla stampa di oggi è apparso un comunicato del Sindaco con il quale si annuncia la decisione di revocare alla GOSAF il servizio di riscossione dei tributi e di affidarlo alla San Giorgio, capofila di un’associazione temporanea di imprese, classificatasi seconda quando fu espletata la gara.
Il Sindaco che accusa alcuni consiglieri di infangare il buon nome dell’Amministrazione, evidentemente dimentica che egli stesso aveva categoricamente escluso la possibilità di affidare al secondo classificato della gara il servizio, il cui affidamento alla GOSAF era stato annullato da una sentenza del Consiglio di Stato.
Quello che è stato detto e scritto sulla vicenda è inequivocabile e mette in luce molti aspetti poco chiari della vicenda; ma, evidentemente i numerosi viaggi della speranza, hanno dipanato la matassa ed hanno determinato condizioni che hanno determinato l’assunzione di questa decisone.
Si dimentica, altresì, che la decisione di affidare a privati questo servizio, non era stato affatto suffragato dal dovuto parere preventivo dei sindacato e la maggiore spesa, determinata anche dall’inutilizzo del personale del Comune, un tempo addetto al servizio, grava sui cittadini.
Che si torni alla gestione diretta del servizio tributi, se si vuole fare veramente chiarezza sulla vicenda e se si vogliono effettivamente dipanare le ombre che gravano sull’operato di tante persone che hanno gestito la vicenda e, di rimando, sull’operato di quest’Amministrazione e di quella precedente. Si pensi a fare chiarezza su tutto il procedimento e sulle modalità di assunzione del personale che attualmente è in forza alla GOSAF.
Per finire si vuole porre l’accento sui possibili danni che potranno gravare sulla collettività determinati sulla possibilità data alla GOSAF di continuare a riscuotere i tributi dal parte del Comune di Santa Maria Capua Vetere dopo che intervenne la sentenza del Consiglio di Stato e non si volle ritornare alla gestione diretta del servizio.
Gaetano Rauso

mercoledì 28 gennaio 2009

Si chiude il cerchio per l'inchiesta Thanatos. Si costituisco i due Trombetta

Inchiesta thanatos si costituiscono anche i due latitanti . Mancavano all’appello Gennaro e Alessandro Trombetta i due imprenditori titolare dell’impresa funebre di Napoli. Lo hanno fatto stasera poichè Gennaro Trombetta si è costituito consegnandosi ai carabinieri e successivamente al carcere di Santa Maria capua Vetere . Quindi gli indgati sono tutti sottoposti alla misura della liertà personale in carcere e agli arresti domiciliari. Gennaro Trombetta insieme ad Alessandro sono contestati i reati di associazione a delinquere per aver ; costituito, organizzato e diretto una associazione per delinquere finalizzata alla: a) realizzazione della sistematica corruzione di impiegati della Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta; b) illecita concorrenza, operata con violenza e minaccia, nel settore delle imprese funebri . del territorio casertano; e) alla ripartizione secondo criteri territoriali delle esequie relative a decessi avvenuti presso l'Ospedale di Caserta; d) alla ripartizione secondo criteri di materia delle esequie di cittadini extracomunitari, di cittadini residenti nel territorio napoletano ovvero'- di cittadini deceduti a seguito di fatti delittuosi, con la seguente distinzione di ruoli ed il conseguente contributo fattuale alla realizzazione del programma delittuoso concordato. Inoltre sarebbero i corruttori perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, commesse anche in tempi diversi, in concorso tra di loro, in qualità di amministratori della Onoranze funebri Trombetta di Napoli, corrispondevano a Chianese Antonio, a Cammarota Antonio ed a De Marco Domenico le somme di denaro di 100 euro per ogni funerale dalla loro impresa funebre organizzato come prezzo della attività contraria ai doveri di ufficio meglio descritta al capo B) della rubrica.

Muore un pensionato e i carabinieri chiamano la ditta di Matilde Vecchione attualmente in stato di detenzione . Domani 29 gennaio è davanti al pm

Santa maria Capua Vetere. Accusata di associazione a delinquere la sua ditta viene chiamata dai carabinieri per eseguire il recupero di una salma . Non c’è dubbio la vice presidente della federazione nazionale delle imprese funebri Matilde Vecchione fa ancora parlare di se , ma stavolta in senso positivo . Sono stati i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere ad avvertire la sua impresa per eseguire il recupero di un deceduto nella città . Gli stessi poi che hanno eseguito l’ordine di carcerazione preventiva qualche giorno fa . E’ Pietro De Gennaro di 71 anni che è stato ritrovato cadavere presso la sua abitazione in via del Lavoro. Aveva scelto di vivere da solo, ma ieri purtroppo ha cessato di vivere .La notizia potrebbe passare come normale routine , se l’incarico non fosse stato dato all’impresa della Vecchione. I primi ad accertare il decesso sono stati i responsabili del servizio di emergenza dopo che erano stati avvisati anche i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, ma una volta entrati hanno dovuto chiamare il servizio funebre e la scelta è caduta sulla ditta di Matilde Vecchione anche se nella città di Santa Maria Capua Vetere ci sono ben quattro ditte di imprese funebri. La chiamata è stata eseguita forse, non conoscendo il provvedimento restrittivo a cui la Vecchione è stata limitata . Per Matilde Vecchione il recupero del cadavere rappresenta senz’altro un punto a suo favore poiché proprio stamattina il pubblico ministero Maurizio Giordano titolare delle indagini dell’operazione, la sentirà per l’ultima prima di decidere sulle eventuale scarcerazione a cui anche il giudice delle indagini preliminare Antonio Baldassarre ha espresso parere favorevole . Entra venerdì i giudici scioglieranno la riserva su tutte le 22 persone poste in stato di detenzione carceraria con una nuova ordinanza . Matilde Vecchione dovrà soltanto convincere il magistrato, come ha già convinto il gip non solo sulle telefonate con altri indagati, ma anche sull’aspetto normativo giuridico della sua attività . In sostanza i rapporti che vi erano fra gli indagati e in particolare con Pasquale Sagliano erano di natura imprenditoriale giuridica. Matilde Vecchione ,insieme ad altri sarebbe accusata di associazione finalizzata a ricevere le somme da destinare alla corruzione di Chianese, di Cammarota e di De Marco nonché di aggiudicarsi le esequie da realizzarsi sul territorio di Santa Maria Capua Vetere. Ma i fatti dovrebbero in ogni caso far rivedere ai giudici il reato di associazione perché l’insime del reato associativo potrebbe anche variare.

La Last Travel denuncia Sky TG 24


La società LAST TRAVEL e le famiglie Scalera – Sagliano, nel censurare il comportamento illecito di alcuni quotidiani locali e di SKY TG 24, le quali, in spregio all’articolo 114 co. 6/bis, del c.p.p., hanno pubblicato l’immagine di alcuni componenti della scrivente compagine societaria sottoposti all’uso delle manette ai polsi, preannunciano di denunciare alle competenti autorità giudiziarie l’uso di tale comportamento di rilevanza penale.
Infine, nell’affermare la piena fiducia nell’operato della magistratura, si riservano ogni azione nei confronti di quanti, come i citati organi di informazione, continueranno a pubblicare le predette fotografie che, eludendo il discrimine tra diritto di cronaca e gogna mediatica, mortificano la dignità delle persone.

ANNO GIUDIAZIARIO. IL DIRETTIVO DELLA CAMERA PENALE INSIEME AL PRESIDENTE DELLA UNIONE CAMERE PENALI NAZIONALI .


Grande successo all'anno giudizairio milanese . Si inaugura l’anno giudiziario alla corte di appello di Milano e il direttivo della camera penale di Santa Maria Capua Vetere partecipa insieme agli avvocati penalisti milanesi .Gli avvocati samaritani al gran completo con il presidente Camillo Irace , il vice raffaele Costanzo, i consiglieri Paolo di Furia, Anna Maria Ferriero e Ida Sagnelli parteciperanno alla cerimonia, che si svolgera' dalle 9,30 al Salone Valente di via San Barnaba, dove ci saranno anche personaggi del calibro di Lanfranco Tenaglia e Luciano Violante. A moderare l'incontro, Luigi Ferrarella. E' prevista, conclude la nota dell'Ucpi, anche la presenza del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Riforme "vere e non gattopardesche". Lo chiederanno gli avvocati penalisti nella cerimonia con cui, mercoledi' prossimo, a Milano, inaugureranno il loro anno giudiziario. I penalisti annunciano che si trattera' di una "giornata di confronto e discussione" per una riforma organica della Giustizia "da troppo tempo rimandata", che "realizzi la separazione delle carriere e la riforma del Csm, dia efficienza ai processi senza ridurre le garanzie, e analizzi le reali cause della lentezza della giustizia".

martedì 27 gennaio 2009

Omicidio di camorra : Accusato da un albanese viene scagionato dai pentiti. La storia di Alberto Ogaristi

Talvolta i collaboratori di giustizia contano più dei magistrati e delle forze dell’ordine se si vuole sapere dei fatti delittuosi avvenuti fra gruppi criminali . Il caso di Alberto Ogaristi che fu difeso fino alla cassazione da Romolo Vignola e Massimo Biffa è balzato di nuovo alle cronache come un atto di ingiustizia. Alberto Ogaristi, 35 anni, di Casal di Principe (Caserta), è ritenuto, secondo gli inquirenti elemento di spicco del clan camorristico dei "casalesi", ed era ricercato dal 2004 perché condannato all'ergastolo per omicidio ei confronti di Antonio Amato , fu arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo del Comando provinciale di Caserta nell'abitazione del padre il 5 luglio 2007. Doveva scontare una condanna definitiva all’ergastolo. Ogaristi, quel giorno si era accorto della presenza dei militari, ed ha tentato inutilmente la fuga, ma lanciandosi dal balcone riportò lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. All’epoca era accusato di avere ucciso, in un agguato, il 18 febbraio del 2002, a Villa Literno, Antonio Amato, nell'ambito della faida tra i due gruppi dei casalesi che nella zona si contendono il predominio dei traffici illeciti e delle estorsioni. Amato faceva parte del gruppo Tavoletta e, secondo gli investigatori fu ucciso da esponenti dell'altra fazione, quella ritenuta ancora capeggiata da Francesco Bidognetti, detto "Cicciotte e mezzanotte” . Bene ieri mattina la svolta . Alaberto Ogaristi non partecipò mai all’agguato .. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta , a conclusione di indagini coordinate dalla Dda di Napoli che hanno arrestato i tre presunti responsabili. Amato e Qoqu rimasero vittime di un agguato nell'ambito della lotta tra le due fazioni del clan dei Casalesi, operanti tra Villa Literno e Castelvolturno, quelle del gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti, detto «Cicciotto 'e mezzanotte» e dei «Cantiello-Tavoletta». Ad uccidere Amato, legato alla fazione dei «Cantiello-Tavoletta» e a ferire il cognato, secondo le risultanze di nuove indagini, non fu Ogaristi, accusato, anche sulla base delle indicazioni fornite agli investigatori da Telat (che riconobbe in uno dei suoi sicari Ogaristi), ma Luigi Guida, detto «'o drink», originario del rione Sanità di Napoli, ma nominato da Francesco Bidognetti, reggente del gruppo per un lungo periodo. Con lui Luigi Grassia, di 36 anni e Gaetano Ziello, di 29 anni, entrambi di Casal di Principe.

INCHIESTA THANATOS: Ci sono errori nei pezzi pubblicati dai quitidiani locali

Nonostante la procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere abbia spiegato quali erano le società di pompe funebri interessate al blitz dei carabinieri quest'ultimi per giunta rappresentati dal Colonello Burgio, stamattina i giornali della provincie regione hanno fatto un po di confusione sui nomi delle società . Il riferimento è senz'altro alla Dorelli e Ferrara di Santa Maria Capua Vetere che non è menzionata assolutamente nella ordinanza di custodia cautelare emessa dai giudici Sammaritani . La società interessata all'ordinanza è la pompe funebri internazionale che ha sede in Via Napoli in località S. Andrea dei lagni è anche in liquidazione di cui è liquidatrice Matilde Vecchione e non ha niente a che vedere con la Dorelli e Ferrara . Le altre società che hanno interessato i giudici della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere sono Last Travel dei fratelli Scalera, Impresa funebre Imparato Funeral's home di Imparato Enrico, l'impresa dei fratelli Cerreto e l'impresa onoranze funebri Trombetta. Il riferimento è anche ad andrea vecchione cugino di quarto grado di matilde vecchione . quest'aultima non ha mai avuto fratelli perchè è figlia unica .

Anno Giudiziario a Milano, la camera penale di Santa Maria Capua Vetere presenzia la cerimonia . Sabato tocca a Napoli

Santa Maria Capua Vetere. Si inaugura l’anno giudiziario alla corte di appello di Milano e il direttivo della camera penale di Santa Maria Capua Vetere partecipa insieme agli avvocati penalisti milanesi .Gli avvocati samaritani al gran completo con il presidente Camillo Irace , il vice raffaele Costanzo, i consiglieri Paolo di Furia, Anna Maria Ferriero e Ida Sagnelli parteciperanno alla cerimonia, che si svolgera' dalle 9,30 al Salone Valente di via San Barnaba, dove ci saranno anche personaggi del calibro di Lanfranco Tenaglia e Luciano Violante. A moderare l'incontro, Luigi Ferrarella. E' prevista, conclude la nota dell'Ucpi, anche la presenza del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Riforme "vere e non gattopardesche". Lo chiederanno gli avvocati penalisti nella cerimonia con cui, mercoledi' prossimo, a Milano, inaugureranno il loro anno giudiziario. I penalisti annunciano che si trattera' di una "giornata di confronto e discussione" per una riforma organica della Giustizia "da troppo tempo rimandata", che "realizzi la separazione delle carriere e la riforma del Csm, dia efficienza ai processi senza ridurre le garanzie, e analizzi le reali cause della lentezza della giustizia".

Caro Estinto è reato far agire persone estranee all'interno di un ufficio .

Si commette il reato di abuso d’ufficio, non allontanare una persona che agisce in modo proprio, usando l’ufficio della pubblica amministrazione. I Direttori degli uffici sono tenuti a non far stazionare all’interno della struttura persone non appartenenti alla pubblica amministrazione.la contestazione si evince nell’ordinanza di custodia cautelare del caro estinto richiesta della procura della repubblica di Santa Mari Capua Vetere a firma del procuratore capo Corrado Lembo del procuratore aggiunto Luigi Gay e del pm Maurizio Giordano e firmata dal gip Dottor Antonio Baldassarre che ha visto indagato anche il direttore dell’istituto di medicina legale Carmine Lisi. In qualità di Direttore dell'Istituto di Medicina Legale di Caserta Lisi, e, quindi, di pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, omettendo di adottare i doverosi provvedimenti di allontanamento dalla struttura da lui diretta, in violazione della normativa sul pubblico impiego - T.U n.3/1957 come recepita dalla legge 241/1990- che impone al dirigente del settore di adottare ogni provvedimento idoneo ad evitare che persone non appartenenti alla pubblica amministrazione prestino servizio nell'interesse di terzi estranei alla pubblica struttura, consentendo così a Parillo Giuseppe dipendente in quiescenza del predetto istituto di operare assiduamente presso l'Istituto di Medicina legale nell 'interesse della Last Travel società della quale il Parillo era intanto divenuto dipendente, procurava intenzionalmente alla Last Travel un ingiusto profitto patrimoniale consistito nelle spettanze che venivano erogate alla ditta da parte dei prossimi congiunti delle persone decedute presso l'ospedale civile di Caserta ed in favore delle quali venivano da tale agenzia funebre svolti i funerali, consentito dalla tempestività con cui il Parillo - collocatosi stabilmente presso l'obitorio di Caserta — avvertiva il Sagliano dei decessi ospedalieri così da consentire alla ditta di aggiudicarsi lo svolgimento delle esequie.Vantaggio patrimoniale intenzionalmente procurato a causa dei rapporti di stretta conoscenza fra il Lisi e Sagliano Pasquale (amministratore della Last Travel), entrambi soci della Banca Cooperativa di Casagiove. Fatti avvenuti in Caserta, fino al giugno 2007.

lunedì 26 gennaio 2009

La Procura della Repubblica in tempo reale chiude un'indagine e pone in stato di detenzione 17 persone 5 agli arresti domiciliari.

Ecco l'operazione della Procura di Santa Maria Capua Vetere

In data odierna è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di una complessa indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Caserta che ha consentito di accertare l’avvenuta realizzazione della condotta di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi fatti di corruzione commessi da svariati titolari di imprese funebri della provincia di Caserta.

In particolare, è stato accertato che gli impiegati della sala mortuaria dell’Ospedale Civile di Caserta procuravano solo ad alcune imprese di pompe funebri (organizzatesi su base territoriale all’interno della provincia di Caserta) i dati anagrafici delle persone appena decedute nei vari reparti dell’ospedale casertano, così consentendo a tali imprenditori di giungere tempestivamente in ospedale per il trasporto della salma e per l’organizzazione dei funerali, lasciando così intendere ai familiari delle persone decedute che tale servizio fosse convenzionato con la struttura sanitaria pubblica.

In cambio, i titolari delle pompe funebri corrispondevano agli impiegati dell’ospedale di Caserta somme pari a 200 euro per ogni funerale organizzato, così da consentire a ciascun impiegato di incassare illecitamente circa 6.000 euro pro capite mensili, spesso incassate dagli impiegati “a domicilio”, ossia recandosi direttamente – con cadenza mensile - presso le sedi delle imprese funebri coinvolte nelle indagini.

Il sistema corruttivo era talmente collaudato e radicato nel sistema della gestione della sala mortuaria dell’Ospedale di Caserta che ogni impresa funebre favorita dalla prestazione dei pubblici impiegati ricorreva alla sistematica dazione della somma illecita in favore dei pubblici impiegati, tanto che è stata ipotizzata – allo stato delle indagini – l’esistenza di un sistema corruttivo “ambientale”, ossia talmente radicato nella abitudini illecite dei protagonisti da non richiedere alcuna condotta di trattativa o di persuasione nel raggiungimento dell’accordo illecito.

Il giro di affari illeciti stimato dagli investigatori ammonta a diverse decine di milioni, tale essendo il volume di affari che le imprese di pompe funebri della provincia casertano registrano nei loro bilanci.

Le imprese funebri organizzate nel sistema delittuoso appartengono al territorio di Santa Maria Capua Vetere, dell’agro Aversano e della zona di Marcianise.

Le indagini hanno consentito di accertare, altresì, inquietanti fatti di intimidazione realizzati nei confronti di coloro che non sottostavano a tale accordo; sono stati infatti analizzati episodi di violenta intimidazione durante lo svolgimento di funerali “fuori territorio” ad opera di alcuni titolari di pompe funebri che – mediante condotte intimidatorie, commesse anche con l’uso di armi – hanno impedito che altre imprese di pompe funebri potessero liberamente svolgere ed organizzare funerali in contesti territoriali diversi da quelli pattuiti tra loro con i pubblici impiegati dell’ospedale di Caserta.

Complessivamente, il GIP di Santa Maria Capua Vetere ha applicato la custodia cautelare in carcere a 17 persone, gli arresti domiciliari ad altre 5 indagati ed il divieto di dimora in Caserta per altre 8 persone sottoposte ad indagini preliminari, così accogliendo quasi integralmente la richiesta cautelare della Procura della Repubblica.

Si è spenta la moglie del senatore Pompeo Rendina

Grande cordoglio per la famiglia Rendina . E' deceduta la moglie del senatore Pompeo Rendina , madre dell'avvocato Giovanni e dell'archietetto Massimiliano. Alla famiglie le condoglianze vivissime.

domenica 25 gennaio 2009

ad Avellino c'è un nuovo giornale. il Corriere di Avellino

Maurizio Clemente editore di Cronache di Napoli e del Corriere di Caserta, si allarga sempre di più nella regione campania. Fra qualce giorno infatti uscirà con un nuovo quotidiano , ma questa volta ad Avellino, la città irpinia dove sono residenti personaggi politoicio altolocati come Ciriaco De Mita e l'onorevole Nicola Mancino, vice presidente del consiglio superiore della magistratura. Ma Avellino non è come Casertta o Napoli . Avellino è una città dove i residenti hanno un particolare approccio con la stampa , riuscirà il mega editore a sfondare anche nella città dove la politica la fa da padrone ?

S.maria CV Il consigliere comunale Gaetano Rauso sulla delibera del bando per la realizzazione di alloggi per giovani coppie.


Pur apparendo condivisibile la premessa della deliberazione di G.M. n.3/2009, circa l’esigenza di sopperire all’assenza di una politica a favore di famiglie e coppie di nuova costituzione che ha comportato danni notevoli all’assetto demografico della Città, politica perpetrata però, bisogna sottolinearlo, dalle amministrazioni comunali degli ultimi quindici anni, tutte di centrosinistra, deve richiamarsi l’attenzione al fenomeno che l’A.C. evita di prendere in considerazione quale elemento di maggiore evidenza della progressiva contrazione demografica: lo spopolamento del centro storico cittadino.

La mancata programmazione di una politica di recupero e valorizzazione dell’ambito urbano ha comportato il progressivo decadimento del patrimonio edilizio, innescando una perversa spirale d’abbandono e di degrado con l’inevitabile contestuale migrazione della popolazione residente, alla ricerca di abitazioni moderne e confortevoli, verso Comuni che offrivano tali opportunità a prezzi contenuti.

La disattenzione al recupero del centro storico, risultato di una miope politica di conservazione generata da un fanatismo integralista che, salvandosi l’anima con l’immobilismo, è pronto, di contro, ad avallare ogni speculazione, ha prodotto i frutti avvelenati che oggi vengono denunziati dall’Amministrazione Comunale che, pur prendendo atto delle conseguenze di tale delirante politica, non riesce a resistere alle lusinghe dell’affarismo, proponendo con questi provvedimenti, solo formalmente tesi a promuovere interventi costruttivi di edilizia convenzionata, una dissennata politica d’incentivazione edificatoria mirante a compromettere l’assetto urbanistico dell’intero tenimento comunale, con l’utilizzo, a fini residenziali, di aree destinate alle urbanizzazioni secondarie o ancora peggio agli insediamenti produttivi.

Una squilibrata scorciatoia all’adozione di una organica pianificazione urbanistica che potrebbe raggiungere gli stessi obbiettivi in modo ordinato, razionale e soprattutto legittimo.

Perché dare incentivi all’uso residenziale di aree comunque utili allo sviluppo produttivo o indispensabili all’adeguamento infrastrutturale, quando si dispone di un incommensurabile patrimonio edilizio che, opportunamente recuperato, servirebbe ad innescare una spirale virtuosa per il commercio, il turismo e tutta l’economia cittadina.

Eppure, per raggiungere contestualmente il risultato di uno sviluppo dell’edilizia convenzionata ed agevolata e quello di un riscatto del centro cittadino, basterebbe proporre una nuova disciplina dei piani di recupero di cui alla Legge 457/85, che, pur con politiche d’incentivazione, impongano il rispetto di parametri di conservazione e rivalorizzazione dell’edificato esistente che prevedano il mantenimento delle cortine e dei fronti stradali.

Una tale politica consentirebbe una diffusa realizzazione di interventi di edilizia residenziale convenzionata nel centro storico, impedendo la formazione di nuovi quartieri ghetto in collocazione periferica o addirittura in aree a vocazione industriale, ma soprattutto eviterebbe di consegnare la Città a speculatori (unici in grado di fornire la dimostrazione del possesso di requisiti economici,palesemente prevaricatori della larga partecipazione al bando, ed il possesso di una capacità di fatturato richiesta dal bando proposto dall’A.C.; ciò palesemente in contrasto con i principi dalla normativa vigente) in tutti gli atti, come ho sempre ribadito, bisogna privilegiare la trasparenza dell’azione amministrativa con tutte le necessarie garanzie per l’amministrazione e per coloro i quali potranno usufruire dell’edilizia economica agevolata.

Come già fatto con la presentazione di apposita mozione, chiedo, quindi,che si provveda all’annullamento della delibera n.3/2009 ed alla proposizione in Consiglio Comunale, unico organo preposto alla programmazione, di un nuovo programma di interventi per realizzazione, secondo le regole e le procedure sopra dettate, di interventi di edilizia agevolata e non atti a favorire speculazioni, anche in considerazione che nel programma politico di questa Amministrazione non figura la costruzione di alloggi per giovani coppie, come falsamente citato nella delibera, né è competenza della Giunta approvare un bando, prerogativa gestionale del dirigente secondo lìart. 107 del Testo Unico per gli Enti Locali.

Gaetano Rauso

Arresti dei carabinieri agli appartenenti del clan dei casalesi

Un imprenditore nel settore dei trasporti, Michele Fontana, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi, e' stato arrestato oggi insieme ad altre due persone dai carabinieri per bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di valori aggravati dalla finalita' di agevolare le attivita' criminali del clan. Gli arresti ordinati dalla Dda di Napoli sono stati eseguiti dai militari del nucleo investigativo di Caserta e della compagnia di Casal di Principe. Oltre al 38enne Fontana, detto 'o' sceriffo' e affiliato al gruppo Zagaria dei Casalesi, sono stati arrestati Raffaele Varone, 48 anni, di Casapesenna (Caserta) e Vincenzo Pagano, 37enne di San Marcellino (Caserta), questi ultimi due sono agli arresti domiciliari. Fontana era titolare di una ditta di autotrasporti che era fallita ma i suoi affari continuavano attraverso la Eurotrasporti srl, con sede a Casal Di Principe, di cui era amministratore occulto. La nuova ditta era intestata a Pagano e Varone e continuava ad utilizzare mezzi sottratti alla prima ditta fallita: la Eurotrasporti e' stata sequestrata su ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

sabato 24 gennaio 2009

Setola: fra 48 ore c'è il riesame e si dovrà decidere sulle sorti della moglie


Fra quarantotto ore la famiglia di Peppe Setola continuerà a far parlare di se . Non a caso martedì mattina presso il tribunale del riesame di Napoli è fissata l’udienza che vede in prima linea la moglie di Peppe Setola Stefania Martinelli, attualmente detenuta presso il carcere di Latina che dovrà essere giudicata dai giudici partenopei della decima sezione . Soltanto da martedì sera si saprà cosa succederà alla famiglia Setola. In sostanza Giuseppe Setola si aspetta che i giudici partenopei capiscano che la moglie non centri niente e che era lì soltanto perché voleva accudire il marito nella sua latitanza , daltronde quando due persone si uniscono in matrimonio , il parroco dall’altare fa presente che sia l’ uomo che la donna devono seguirsi a vicenda nel bene e nella cattiva sorte. Sarà un compito arduo per gli avvocati difensori i quali devono cercare di convincere i giudici partenopei che la donna non aveva ne la pistola e il denaro sequestrato nell’ultimo rifugio non erano proventi di attività illecita . Non è cosi però per il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Egle Pilla e successivamante quello di Napoli che nel convalidare il fermo dopo l’interrogatorio ha scritto testualmente che alla donna addirittura devono essere contestate anche i reati di associazione camorristica. Un’ordinanza ligia, severa che comunque farà pensare molto i giudici napoletani che hanno avuto a che fare anche con Santa Maria Capua Vetere . Infatti chi la giudicherà saranno il presidente Quadrano e la dottoressa Maria Rosaria Cosentino presidente di corte di assise a Santa Maria Capua Vetere . Un compito particolare e delicato in una vicenda che è per certi versi legata al marito Giuseppe Setola bidonettiano doc che ora è rinchiuso nel carcere di opera di Milano. Giuseppe Setola ha sempre sostenuto che la moglie Stefania Martinelli non è certamente parte integrante del clan addirittura lanciando strali con dichiarazione pubbliche affermando che la pistola ritrovata all’interno del bunker era la sua, compreso i soldi, ma purtroppo i giudici non l’hanno creduto . Setola che avrà la notizia qualche giorno più tardi sarà in trepida attesa, poiché essendo padre di una bambina di 11 anni, che vive adesso insieme ai nonni, spera che in questi giorni possa almeno rivedere la madre . Il 4 novembre Stefania Martinelli fu seguita dai carabinieri di Casal di Principe. La presenza di Stefania Martinelli in via mazzocchi nella città di Santa Maria Capua Vetere generò curiosità fra i cittadini di Santa Maria Capua Vetere i quali hanno creduto in un arresto in flagranza di reato da parte dei carabinieri, invece non era così . Di buon ora Stefania Martinelli in Setola uscì di casa da Casal di Principe per recarsi a santa Maria Capua Vetere. Dietro di lei come dei falchi un’auto dei carabinieri che controlla il percorso da quando è uscita pedinandola fino a giungere in città .

Caserta/due - ecco come i cittadini sono trattati dopo aver aderito alla raccolta differenziata


Caserta . La raccolta differenziata avviata qualche giorno fa non convince i cittadini di Caserta i quali addirittura hanno i bidoni pieni fuori i loro palazzi dell’indifferenziato da diversi giorni ( guarda foto ) . La conferma di ciò che è accaduto ieri mattina trova conferma in un scadente servizio che rimane per certi versi al palo . molti sono i palazzi e i condomini del centro storico che nei giorni scorsi di sono lamentati presso palazzo Castropignano affinché il servizio di raccolta venisse eseguito nei tempi e nei modi prefissati : ma c’è da dire anche che questa inadempienza è stata registrata proprio nei palazzi e condomini ce sono a diretto contatto con il comune in Piazza Vanvitelli . Due giorni fa gli amministratori di alcuni condomini si sono recati al comune e soltanto dopo tre incontri gli amministratori hanno dato il via libera a ritirare i rifiuti ingombranti. Ma sembra però che l’emergenza ancora non sia stata debellata, poiché i bidoni pieni adesso, sono per il rifiuto indifferenziato che giace sotto i palazzi signorili di una piazza Vanvitelli che ha le sembianze di una nobile decaduta . E’ un peccato perché Piazza Vanvitelli negli anni scorsi era considerata il fiore all’occhiello di una città dove sono concentrati gli uffici più importanti vedi Prefettura , Questura Comune , Banca D’Italia , istituti di credito, ma adesso anche alberghi . Il vero centro commerciale e politico di una città che oggi non si riconosce più pieni di bidoni di rifiuti ingombranti ed indifferenziato che giacciono alla mercè anche di operatori del terziario che tutto vorrebbero , ma non i rifiuti ingombranti . Caserta si sa è senza un soldo anche perché forse il primo cittadini istigato da qualche consigliere comunale tende a far tenere buoni colleghi giornalisti pagandoli profumatamente con incarichi, invece di raccogliere i rifiuti per strada .

Storia di tangentopoli e….rifiuti Come si non avallò l’inceneritore in località Gradilli

Ah! Se si fosse costruito l’inceneritore in località Gradilli nel 1991 forse la crisi sull’emergenza sui rifiuti almeno in provincia di Caserta e parte del napoletano non ci sarebbe mai stata. Ma per capirci di più dobbiamo ancora andare indietro nel tempo e cioè quando nel 1986 la Comunità Economica Europea finanziò il FIO progetto n.106 con l’autorizzazione del Cipe . Il finanziamento già nel 1989 fu approvato dalla regione Campania con due delibere una la numero 5287 del 22 novembre 1988 e l’altra la n. 221 del 4 marzo del 1989 che affidò al consorzio intercomunale di Caserta 32 miliardi di lire oggi 16 milioni di euro per costruire il tanto atteso inceneritore in località Gradilli, semprecchè la giunta municipale di Caserta avesse deliberato la convocazione in sessione straordinaria ed urgente del consiglio comunale per approvare il progetto di costruzione dell’impianto di smaltimento e per i consequenziali provvedimenti . Ma il capo ufficio dell’ufficio tecnico per far deliberare il provvedimento doveva in ogni caso eseguire un decreto di occupazione di suolo . La vicenda è attuale perché oggi si parla di emergenza dei rifiuti a Caserta, ma anche perché il consorzio intercomunale di Caserta era presieduto da Gaetano Mazzacca e nel consiglio del consorzio vi era anche un certo Gigi del Rosso, oggi assessore della giunta del sindaco Petteruti . Ma addirittura la gara per la costruzione dell’impianto, era stata aggiudicata alla ditta De Bartolomeis. Nonostante ciò la città di Caserta e per esso alcuni personaggi politici ed ecclesiastici inscenarono una protesta contro i provvedimenti amministrativi attirando l’attenzione dei magistrati della procura della repubblica di santa Maria Capua Vetere . Ebbene questi provvedimenti amministrativi sono stato motivo di scontro giudiziario poiché, secondo la procura di santa Maria Capua Vetere e per esso il vecchio procuratore Mariano Maffei, che affidò l’inchiesta in mano al pubblico ministero Anna Maria Lucchetta, Giuseppe Gasparin e Bruno Mariano era stato contestato il reato di falso ideologico . Entrambi si legge nella contestazione dei giudici samaritani erano stati firmatari dell’atto il Mariano quale ingegnere capo del comune di Caserta e firmatario dell’atto, attestava contrariamente al vero, nel corpo del decreto di occupazione di urgenza di immobili necessari per la costruzione di un impianto di RSU in Caserta approvato con delibera del consiglio comunale del 20 dicembre 1990 . La stessa si rendeva esecutiva, ma in realtà – secondo i giudici della procura- la delibera non era stata provvisoriamente esecutiva ne erano decorsi i termini perché lo diventasse. Il processo a carico di Giuseppe Gasparin e Bruno Mariano iniziò guarda caso il 14 marzo del 2000 e cioè quando Antonio Bassolino divenne governatore della Regione Campania , ma soprattutto ricoprì anche la carica di commissario per l’emergenza sui rifiuti in campania. Lo stesso, in quel periodo, strizzava l’occhio ai compagni di partito per far costruire gli impianti di smaltimento nei comuni in cui si potesse avallare questa operazione, per giunta con i fondi che erano stati destinati a Caserta. Più tardi si seppe che i 16 milioni di euro, sembra, sono serviti per pagare le consulenze per il commissariato di governo . I due vennero assolti con formula piena il 29 maggio del 2001 a distanza di ben 5 anni di dibattimento perché secondo il collegio giudicante del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduto da Luigi Bonajuto , e giudici a altere Francesco Armato e Nidia genovese, il fatto non costituì reato, dopo che il pm Lucchetta aveva chiesto due anni di reclusione . Nell’argomentata motivazione della sentenza che fu depositata il 10 settembre 2001 da cui abbiamo preso lo spunto necessario per narrare questa vicenda che ha dato ragione a Giuseppe Gasparin e Bruno Mariano, si fa riferimento anche “alla risultanze dell’istruzione dibattimentale compiuta non hanno offerto una prova tranquillante, a giudizio del tribunale, della consapevolezza della falsità dell’attestazione, i quali pertanto devono essere mandati assolti dal reato loro ascritto , perché il fatto non costituisce reato”. Il Pm Lucchetta presentò l’appello ai giudici della corte di appello di Napoli il 5 ottobre del 2001, ma in data 24 marzo 2004 il procedimento si conclude con la rinuncia del procuratore generale e nel corso dell’udienza, la corte lo dichiara inammissibile in data 30 giugno 2004, quando guarda caso, oggi, ora per allora, sono contestati i reati di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture sono i reati ipotizzati ai danni di Antonio Bassolino e Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti (Impregilo, gestiva l'appalto dello smaltimento dei rifiuti); l'ex vicecommissario, Raffaele Vanoli, l'ex subcommissario Giulio Facchi, gli amministratori delegati di Fibe e Fisia, Armando Cattaneo e Roberto Ferrarsi, gente ha sfruttato i finanziamenti europei che erano stati approvati già negli anni novanta.

Lettera aperta al sindaco di S.Maria Cv da parte di un sottoufficiale della Guardia di Finanza

Buongiorno Sindaco,

chi le scrive è un suo concittadino che, proprietario di un'auto, ha la sventura di dover circolare per le strade della nostra città.

Ribadisco sventura, perchè credo che anche Lei, viaggiando a bordo della "sua" Alfa 159 si sarà reso conto delle condizioni delle strade cittadine.

In alcune di esse circolare è diventato quasi impossibile a causa delle enormi buche che si sono aperte sul manto stradale, ed estremamente pericoloso in quanto si è costretti a continue gimcane (con invasione dell'altra corsia di marcia) con tutti i rischi che tali manovre comportano.

Senza contare gli eventuali danni a cui vanno incontro le auto dei cittadini e che li costringono ad avviare le relative pratiche di richiesta risarcimento in danno delle finanze comunali.

Allegare delle foto o elencare tali strade sarebbe inutile in quanto sarei costretto ad allegare un "book fotografico" enorme o ad elencare quasi l'intera toponomastica della città.

Concludo e, confidando in un suo vivo e tempestivo interessamento, Le porgo cordiali saluti.

Viscardi Filippo

Santa Maria CV - Minaccie al cimitero per un lavoro conteso

Santa Maria Capua Vetere. Carabinieri al cimitero. Improperi, ma anche minaccie ai titolari che avevano soffiato il lavoro, perché l’altro non aveva i requisiti necessari. Uno dei due titolari è stato anche denunciato . Si è aperta un’inchiesta. Due ditte di imprese di costruzioni una di portico G. e l’altra di Santa Maria Capua Vetere S. si contengono un lavoro consistente nella costruzione di 831 loculi cimiteriali nella nuova cappella della congreca di Santa Maria del suffraggio, all’interno del luogo di riposo eterno . Ad una di queste, a cui era stato concesso il lavoro, addirittura il giudice civile del tribunale di Santa Maria Capua Vetere gli è aveva ordinato di sgombrare il ponteggio che era stato montato poiché attraverso la lite civile , il tribunale si era accorto su segnalazione del responsabile della congreca della Maria Santissima del Suffraggio, che la ditta non era in regola con alla normativa sulla sicurezza e addirittura dopo un controllo eseguito dai carabinieri la ditta facente capo ad un geometra di Santa Maria Capua Vetere non aveva neanche il personale idoneo affinchè tali lavori venissero eseguiti nella maniera più consona . A questo punto il responsabile della congreca dovendo proseguire i lavori ha affidato i lavori ad un’altra ditta che ha sede in Portico di caserta . L’impresa avuto il suo incarico ha intrapreso l’attività all’interno del cimitero di Santa Maria Capua Vetere iniziando i lavori della nuova cappella . Ma ieri mattina si è consumato il misfatto . L’impresa di Portico daccordo con il responsabile della congreca stava eseguendo il suo lavoro quotidiano , mentre il geometra e il responsabile del cantiere stavano dettando alcune direttive, giunge il titolare dell’impresa che era stata esclusa e senza esitazione la persona presentatasi profferisce nei confronti di tali soggetti frasi minacciose quali appunto “ Vi devo mandare tutti in ospedale, voi non sapete quello che vi può succedere se continuate il lavoro “. Ma sembra però che le minaccie sono state indirizzate anche agli operai che stavano lavorando . A quel punto il tale che si era recato al cimitero dopo le minacce è scomparso , ma le vittime hanno avvisato immediatamente i carabinieri che sono accorsi al cimitero di Santa Maria Capua Vetere, dove hanno raccolto con testimonianze una prima esposizione dei fatti . Successivamente accompagnati dall’avvocato Gerardo Marrocco si sono recati presso il nucleo dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere dove hanno esporto regolare denuncia elencando ciò che era successo al cimitero di Santa Maria Capua Vetere .

Sos Risveglio Sammaritano si presenta alla cittadinanza

Santa Maria Capua Vetere. Sos Risveglio samaritano si presenta alla cittadinanza. Lo fa nel migliore dei modi attraverso un convegno organizzato dal presidente avvocato Emilio Maddaluna nel caffe letterario di Santa Maria Capua Vetere insieme a Mario Tudisco . Undici cittadini samaritani hanno dato vita ad una associazione regolarmente istituita con tanto di atto costitutivo e statuto regolarmente registrato perché ancora credono negli ideali associazionistici e culturale . Sos Risveglio Sammaritano, questo è il nome della associazione ha il preciso compito di promuovere ogni forma di incontri e di iniziative idonee a produrre, attraverso il confronto e lo stimolo delle idee , delle ricerche, degli studi, ma anche proporre attività ricreativa, sportiva , canora . L’associazione nasce come unione spontanea di persone che si propongono di svolgere tali attività al fine di recuperare il valore dell’agire collettivo , di riaffermare il diritto dell’essere umano ad un momento centrale della società e di realizzare un ampio coinvolgimento popolare nel territorio . L’associazione si prefigge di fornire vigilanza e la protezione , in ogni sede ed istanza, anche giuridica ed amministrativa , degli interessi economici e giuridici degli associati , consumatori ed utenti di servizi , inclusi i risparmiatori investitori privati sia nell’interesse dei singoli che della categoria, secondo i regolamenti che verranno adottati dall’associazione , essa opera, di conseguenza anche a tutela del patrimonio ambientale dei diritti civili dei cittadini . Ieri al battezzo erano presenti anche personaggi di elevato spessore professionale e giuridico come l’ex presidente del consiglio regionale e assessore all’ambiente federico simoncelli ; il geologo Lucio Girardi , il dottor Marciano Schettino , l’architetto Biagio Maria di Muro e cittadini di Santa Maria Capua Vetere che hanno offerto una loro testimonianza ad un confronto voluto fortemente da una associazione che rimane oggi un punto focale nella sfera cittadina .

venerdì 23 gennaio 2009

Omicidio Del Prete, ecco la sentenza

Prima condanna ad esponenti del clan casalesi. Omicidio del sindacalista Del Prete,condannato a 14 anni di reclusione il pentito Antonio Corvino

Casal di principe . Omicidio Del Prete, condannato il pentito che parlò delle modalità dell’episodio. Cesare Siringano pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli chiede , ma ottiene anche la condanna per Antonio Corvino perché partecipante all’omicidio del sindacalista . E’ la prima sentenza contro il clan dei casalesi dopo la l’arresto di Giuseppe Setola, ma è stata anche la vittoria delle parti civili che si sono costituite in udienza fra cui anche l’Alilacco Sos impresa rappresentata dall’avvocato Andrea di Croce, ma soprattutto è stata riconosciuta da parte dei giudici samaritani la condanna al risarcimento del danno di Antonio Corvino nei confronti della famiglia, fra cui mari Cafiero Moglie di Federico del Prete ,ma anche dei fratelli Ferdinando e Mario del prete del figlio Gennaro,ed altri familiari quantificata in circa 30 mila euro. Eè’ stata riconosciuto il risarcimento del danno anche alla Fai ( federazione antiracket Italiana ) . La seconda corte di assise di Santa Maria Capua Vetere presidente Elisabetta Garzo ha condannato a 14 anni di reclusione il collaboratore di giustizia Antonio Corvino reo confesso dell’omicidio . Federico Del Prete fu dalla camorra il 18 febbraio 2002 a Casal di Principe in provincia di Caserta. Fu un uomo coraggioso che aveva denunciato più volte i soprusi dei clan della camorra che avvenivano nel mercato di Mondragone controllato dal clan la Torre che d’accordo con alcuni boss del clan dei casalesi eliminarono il sindacalista nella sede del sindacato in via Francesco Baracca, in quell’istante era al telefono . Il suo omicidio nacque da una denuncia nei confronti di tale Mattia Sorrentino che successivamente fu condannato a 13 anni di reclusione. Addirittura Del prete doveva essere sentito in aula per il processo al clan la Torre non ci giunse mai perché venne ucciso. In sostanza il vigile di Mondragone secondo la ricostruzione di alcuni collaboratori di giustizia, gli atti processuali ed attraverso le denunce di Federico Del Prete, riscuoteva il pizzo per conto del clan La Torre all’interno del mercato di Mondragone . Fu anche promotore di manifestazioni contro il pizzo. Il suo omicidio vene alla luce perché Antonio Corvino una volta iniziata la sua collaborazione affermò che il 18 febbraio 2002 si presentarono da Romolo Corvino, cugino di antonio , Vincenzo Schiavone e Giuseppe Misso i quali ordinarono l’omicidio . Secondo sempre il racconto del collaboratore di giustizia, in due Corvino una volta avuto l’ordine presero l’auto e si recarano in via Francesco Baracca a Casal di Principe . Alla guida Antonio Corvino mentre Romolo era la suo fianco . Giunti sul posto Antonio aspettò in auto mentre Romolo salì le scale del fabbricato dove aveva la sede il sindacato e mentre era la telefono, di cui Federico del Prete rappresentava prese l’arma una pistola un a 7.65 e freddò il del prete con cinque colpi di pistola . La requisitoria del pm Siringano, che è stata eseguita ieri in tarda mattina ha ricordato il movente per il quale è stato freddato , ha fatto riferimento alle dichiarazioni del Corvino che a sua volta devono essere avvallate da altri pentiti e quindi per ora la posizione dello Schiavone e del Misso sono congelate in attesa di nuovi risvolti giudiziari sul caso. Nell’aula al di fuori delle parti civili non erano presenti organi istituzionali che all’epoca dei fatti strumentalizzarono l’accaduto .